giovedì 2 agosto 2012

I tabù sull'acqua in bottiglia

Purtroppo in Italia, siamo convinti della sicurezza dell'acqua in bottiglia, ma come ben potete costatare non è così.

Il primo problema di un'acqua in bottiglia è la plastica, se controlliamo l'etichetta, possiamo notare la seguente scritta: "Conservare lontano dalle fonti di calore e luce", poichè il PET se supera una certa temperatura tende a rilasciare bisfenolo A, un derivato del benzene. Ricerche, condotte prevalentemente su animali, hanno dimostrato che il policarbonato bisfenolo A, può causare uno scorretto sviluppo cerebrale,aumentare il rischio di tumori al seno e agli organi genitali, perciò questo composto è tossico.

Allora alla luce di questo discorso ci si può chiedere se si è mai visto portare le bottiglie d'acqua ai supermercati con un camion frigo ma purtroppo non se ne vedono mai e di solito scaricano le bottiglie direttamente nei piazzali. Ci avete mai fatto caso?



Ma come fare a capire quando è stata imbottigliata l'acqua che stiamo bevendo?
Se si controlla il collo o il tappo della bottiglia, notiamo una data di scadenza e di solito il numero del lotto di produzione, ma nulla riguardo alla data di imbottigliamento.

L'acqua imbottigliata in PET può essere venduta fino a 18 mesi dopo il suo imbottigliamento, quindi per poter risalire alla data di imbottigliamento, dato che non viene più riportata, bisogna andare 18 mesi indietro rispetto alla data di scadenza.
E' così che si fa una scoperta pressoché sconvolgente, vediamo che l'acqua della nostra bottiglia è lì da mesi, ferma. E con ottime probabilità non avrà mai visto un frigorifero.
Resta da domandarsi quindi se berremmo mai dell'acqua che è ferma da mesi in un bicchiere appoggiato al nostro comodino....

Se invece guardiamo l'etichetta troviamo le analisi delle proprietà dell'acqua, ma la data nella quale è stata fatta è nella stragrande maggioranza antecedente a quella dell'imbottigliamento. Alla luce di questo non sappiamo cosa ci stiamo bevendo, poiché se nel frattempo è cambiato qualcosa a livello della falda, con queste analisi non lo possiamo sapere.

Controllando ancora l'etichetta, spesso viene riportata la frase "Acqua oligominerale" che non significa acqua frizzante o acqua buona, ma vuol solo dire povera di sali. Un acqua veramente povera di sali ha un residuo fisso (concentrazione totale di sali) intorno ai  50 mg/l. Un altro parametro direttamente proporzionale al residuo fisso da considerare sull'etichetta è la conducibilità elettrica cioè la velocità con la quale la corrente elettrica attraversa l'acqua che dipende dalle cariche delle particelle delle sostanze disciolte in acqua. Praticamente l'acqua distillata non avendo sostanze ha un valore 0 µs/cm .Un' acqua oligominerale invece si aggira dai 20 ai 120 µs/cm. Questo per dire che osservando l'etichetta non solo l'acqua non è oligominerale come viene riportato,ma spesso è davvero pesante! In soggetti predisposti specie ai calcoli renali è il valore che fa veramente la differenza. Con un adeguato sistema di depurazione, questo parametro si può impostare e controllare in qualsiasi momento.

Un altro dato molto importante riportato sull'etichetta sono gli elementi contenuti, poiché è vero che possiamo avere la fortuna di aver comprato un acqua oligominerale vera, ma non sappiamo esattamente gli elementi che la costituiscono. Sui dati riportati è importante per le persone ipertese leggere l'elemento "Sodio" poichè in quell'acqua non ci dovrebbe essere questo elemento o solo in minima parte. "Calcio e Magnesio" invece determinano la durezza dell'acqua (il famoso Calcare); per i soggetti predisposti ai calcoli renali le acque devono disporne di quantitativi minimi.


Se osserviamo bene negli elementi sull'etichetta non sono riportati Arsenico, Mercurio e metalli pesanti.
Ma non perché non ci siano, ma perché i produttori possono non riportarli. La berreste mai un'acqua dove sull'etichetta risulta la voce Arsenico?
Ecco ad esempio un elenco di principali acque in bottiglia con riportato il contenuto di arsenico disciolto all'interno. 

Il vero risparmio, la sicurezza e la comodità si raggiunge quindi grazie ad un adeguato impianto di depurazione domestico.

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